Tu sei qui: Eventi e SpettacoliDAL GIGLIO AL DAVID - Arte civica a Firenze fra Medioevo e Rinascimento
Inserito da (admin), lunedì 13 maggio 2013 13:28:01
Dal Giglio al David, dal Comune alla Repubblica.
Unica fino ad oggi nel suo genere, la mostra. Arte civica a Firenze fra Medioevo e Rinascimento presenterà al pubblico quelle opere d'arte di epoca comunale e repubblicana, nate originariamenteper arricchire i palazzi pubblici di Firenze, gli edifici che ospitavano lemagistrature che amministravano la città, le sedi delle Arti - le antichecorporazioni dei mestieri - la cerchia di mura cittadine.
L'esposizione prenderà in considerazione "temi artistici profondamente appartenenti alla storia, alla fede, alla mercatura, alla creatività e in una parola a innumerevoli aspetti della società fiorentina nei suoi secoli d'oro" (Cristina Acidini).
Tra questi l'araldica cittadina, la religione civica, gli emblematici luoghi legati al potere cittadino come il Palazzo dei Priori, il Palazzo del Podestà, Orsanmichele, e le parti politiche dominanti quali gli Angiò, le Arti, Guelfi e Ghibellini, illustrando quali fossero i temi figurativi prescelti ed offrendo dunque una nuova chiave di lettura di numerose opere d'arte. Chiaveche sottolinea come anche a quell'epoca si desse importanza alle immagini come mezzo per la comunicazione e la propaganda, attenzione riposta in particolare dai gruppi che detenevano il potere a Firenze in età comunale e repubblicana, prima che l'ascesa dei Medici modificasse profondamente l'assetto politico ed estetico della città.
Le opere che comporngono la mostra rivelano dunque un linguaggio figurativo complesso, ricco di riferimenti allegorici, dove il sacro e il profano si compenetrano, così che nel Palazzo dei Priori, oggi noto come Palazzo Vecchio, si potevano incontrare le raffigurazioni di san Cristoforo e della Ruota di fortuna, dell'eroe mitologico Ercole, presente nel sigillo ufficiale della città (Vangelo dei Priori Firenze, Archivio di Stato; Andrea Pisano, Ercole e il gigante Caco, Firenze, Museo dell'Opera del Duomo) e di quello ebraico David, il cui esemplare scolpito da Michelangelo e divenuto emblema della Firenze repubblicana, conclude idealmente il percorso espositivo.
Sono soprattutto immagini religiose quelle salvatesi dall'ingiuria del tempo, come testimoniano le molteplici raffigurazioni della Madonna inmaestà, dei santi patroni, di episodi evangelici esemplari come l'Incredulità di San Tommaso, immagine collegata all'amministrazione della giustizia e all'accertamento della verità (Giovanni Toscani, Galleria dell'Accademia; Affresco staccato nel Palazzo dei Vicari, Scarperia).
Alcuni rari disegni rinascimentali (Andrea del Sarto, Studi per figure maschili appese per un piede, Gabinetto Disegno e Stampe degli Uffizi) illustrano invece il genere delle pitture infamanti, pitture murali situate inluoghi pubblici che raffiguravano, non di rado con dettagli raccapriccianti,fatti e personaggi invisi alla città di Firenze.
Immagini ben augurali trovavano invece posto nel mercato, luogo per il quale lo scultore Donatello eseguì la statua della Dovizia(Abbondanza), oggi perduta, ma documentata in mostra da derivazioni realizzate nei secoli seguenti (Digione, Musée des Beaux- Arts; Minneapolis, The Minneapolis Institute of Arts)
Anche la decorazione delle porte cittadine e le immagini araldiche che arricchivano le mura costituivano un'altra occasione per celebrare la città e i suoi alleati.
Particolare rilievo nell'esposizione sarà dato alle Arti, vero motore economico della Firenze comunale di cui gestivano di fatto il potere politico; l'iscrizione ad una delle corporazioni era condizione imprescindibile per poter partecipare alla vita politica della città e i Priori delle Arti governavano a Palazzo Vecchio.
La mostra riunisce, dopo due secoli, le tavole dei santi patroni che originariamente trovavano posto sui pilastri della chiesa di Orsanmichele, nata dalla progressiva trasformazione in luogo di culto dell'antico mercato del grano e affidata alle Arti che la trasformarono in uno scrigno di opere d'arte.
L'esposizione sarà anche un'occasione per valorizzare il territorio cittadino richiamando l'attenzione sui luoghi per i quali vennero realizzate le opere esposte e favorendo la conoscenza e, quando possibile, la fruizione di tali luoghi, in larga parte sconosciuti ai turisti e ai fiorentini stessi.
La mostra è curata da Daniela Parenti e Maria Monica Donato - che hanno curato anche il catalogo edito da Giunti - e promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana, Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze, Galleria dell'Accademia, Firenze Musei, Archivio di Stato di Firenze, Ente Cassa di Risparmio di Firenze, con il Patrocinio della Scuola Normale Superiore di Pisa.
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