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Inserito da (admin), venerdì 13 gennaio 2012 15:38:50
La mostra, che presenta 64 fotografie realizzate per illustrare l'edizione della Divina Commedia del 1898, fa parte di una serie di esposizioni, iniziate nel 2002, che hanno la finalità di valorizzare il patrimonio del Gabinetto Fotografico.
La Divina Commedia illustrata, curata da Corrado Ricci nel 1898, ha la caratteristica, per i tempi estremamente innovativa, di essere illustrata con fotografie. E' stata edita in due diverse varianti: una prima edizione a dispense, nel 1896, seguita da un'edizione completa delle tre cantiche nel 1898, illustrata con svariate fotografie "dal vero" e un'ulteriore edizione del 1921.
Le fotografie di questa mostra sono state realizzate da Giuseppe Cremoncini per la prima edizione. Sono poi state donate, nel 1916, al Gabinetto Fotografico, che Corrado Ricci aveva fondato nel 1904.
Questi negativi sono stati donati probabilmente per ricordare il loro autore prematuramente e tragicamente scomparso, al Soprintendente Giovanni Poggi.
In realtà il fondo è stato poi, nell'inventariazione, smembrato, perché l'inventario fu costruito, agli albori del Gabinetto Fotografico, con criterio topografico e quindi le fotografie Cremoncini erano collocate in diversi punti dell'inventario. Per fortuna l'accurata lista allegata scritta dal Cremoncini ha permesso di riconoscere con sicurezza le sue foto.
L'impresa di illustrare il nostro poema nazionale è assai ardua.
Il conte Giovanni Acquaderni di Bologna, collaboratore del Ricci nell'impresa di procurarsi foto per il Dante, mette in contatto il Ricci con Giuseppe Cremoncini di Firenze, accordandosi perché girasse per tutta la Toscana, per riprodurre "paesi, castelli, valli, fiumi, da Talamone, in Maremma, a Certaldo, da Campi a Chiusi, dalla foce dell'Arno alle fonti del Tevere". Siamo in grado di seguire le fasi di realizzazione delle fotografie di questo fondo.
Il 3 novembre 1893, Acquaderni comunica che il Cremoncini inizia il suo lavoro. Giuseppe Cremoncini scrive spesso a Ricci per avere ragguagli sui luoghi da fotografare.
Il Cremoncini ha diverse difficoltà nel portare a termine il suo incarico. Tra queste si segnala anche la difficoltà a trovare i luoghi che il Ricci gli segnala. Si lamenta del cattivo tempo, delle strade impraticabili, degli alberghi dove non ha modo di sviluppare le fotografie e dichiara: "Non so se con i miei lavori l'avrò contentato, ma spero che in caso negativo vorrà compatirmi sapendomi semplice dilettante.
Entro il 1894 Cremoncini completa l'incarico ricevuto dal Ricci. 34 fotografie saranno pubblicate nei volumi del Dante illustrato del 1898.
Giuseppe Cremoncini nasce a Firenze il 4 marzo 1869.
Appartiene alla borghesia imprenditoriale fiorentina di fine secolo, si dedica prevalentemente agli affari di famiglia insieme al padre, possidente e noto commerciante fiorentino, lavorando nel negozio di cristallerie sito al n.16 di Via del Proconsolo, a pochi passi dalla casa natale, proseguendo l'antica tradizione familiare. Secondogenito e unico figlio maschio di una famiglia numerosa, si divide fra l'attività di commerciante e quella che egli inizia fin da molto giovane, per passione e diletto, la fotografia. L'attività fotografica come semplice attività ludica risulta essere ad appannaggio di pochi alla fine del secolo, giacché, arte ancora giovane e costosa, viene praticata a livello dilettantesco da una fascia sociale per lo più benestante.
Il lavoro commissionato da Corrado Ricci si inquadra quale interesse occasionale ma precipuo finalizzato ad un contesto artistico e culturale, senza alcun altro scopo se non quello di mettere a servizio le proprie conoscenze tecnico-fotografiche per un fine nobile, costituendo un approccio importante per lui, giovane volenteroso, ricco di entusiasmo ed energie, ma destinato a rimanere isolato e circoscritto a quella unica esperienza.
Purtroppo un destino crudele si abbatte sulla figura di questo giovane iniziato all'arte fotografica: nel pomeriggio del 31 dicembre del 1897 un tragico incidente avvenuto proprio all'interno del magazzino del suo negozio, durante l'accensione di un lume a gas, operazione che Giuseppe esegue insieme al commesso per illuminare i locali, stronca all'istante la vita di Giuseppe.
Le fotografie di Giuseppe Cremoncini, unica testimonianza rimastaci di questo giovane morto a 28 anni, ci restituiscono la volontà di esplorare e documentare i luoghi danteschi, ai limiti del possibile, con uno sforzo di ricerca e di ripresa, che fornisce uno strumento di avvicinamento al poema più innovativo possibile, a testimonianza dell'impulso dato all'uso della fotografia in operazioni culturali di altissimo livello.
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