Ultimo aggiornamento 5 giorni fa S. Vittoria martire

Date rapide

Oggi: 23 dicembre

Ieri: 22 dicembre

Ultimi 3 giorni

Ultimi 7 giorni

Ultimi 30 giorni

Intervallo di date

cerca

Italia Lifestyle Costiera Amalfitana

Il portale di News, Eventi e Lifestyle Italiano

Italia Lifestyle - Il portale di News, Eventi e Lifestyle Italiano Il portale di News, Eventi e Lifestyle Italiano

Vi. Pa. Alberghi Ravello, Hotel Giordano, Villa Maria, Villa EvaHotel Marina Riviera Amalfi - Luxury 4 Stars Holte in Amalfi - Swimming Pool - Bistrot - GourmetHotel Santa Caterina Amalfi

Tu sei qui: Eventi e SpettacoliIl Tesoro di Spilamberto

Vigne Irpine a Santa Paolina i grandi vini della provincia di AvellinoAmalfi News non solo notizie è il magazine on line della Costa d'AmalfiItalia Turismo e Territorio in un solo portale: Locali d'Autore Italia LifestylePositano Notizie, non solo news, il portale all news di Positano e della Costiera Amalfitana

Eventi e Spettacoli

Il Tesoro di Spilamberto

Signori Longobardi ala frontiera

Inserito da (admin), mercoledì 2 marzo 2011 14:18:15

La necropoli di Spilamberto, scavata nel 2003, racconta la storia di un gruppo di Longobardi, che quindici secoli fa vissero e morirono sulla riva del Panaro, all'alba del Medioevo. Di questo clan gentilizio - posto a controllo dell'incerta frontiera con i domini bizantini e durato non più di una generazione - non conosciamo le strutture insediative ma solo il piccolo cimitero, una trentina di tombe risalenti alla prima fase dell'invasione.
Le pratiche funerarie e i reperti delle sepolture, alcuni di altissima qualità e di grande valore simbolico, ci permettono di farci un'idea della loro cultura, in parte anche della loro vita e delle relazioni che intrattenevano con le popolazioni romane. I guerrieri sono stati seppelliti con le armi individuali che connotavano nella tradizione germanica l'uomo libero e combattente. Più ricchi e complessi i corredi femminili, che suggeriscono un'assidua frequentazione del mondo bizantino e la comunanza culturale con altre nazioni germaniche. In essi, accanto ad oggetti della vita quotidiana e a gioielli tipici del costume longobardo, troviamo manufatti preziosi ed "esotici". Fra questi spiccano una fibula in argento dorato con cammeo antico, un magnifico corno in vetro per bere e un raro sgabello pieghevole in ferro ageminato.
Il rango familiare e sociale di queste donne è esaltato dalla deposizione, accanto alle sepolture, di tre ponies di razza nordica, forse discendenti dei robusti cavallini che accompagnarono sei secoli prima i Winnili - Longobardi nella loro prima migrazione dalla Scandinavia.
La necropoli è ad oggi la testimonianza più consistente della presenza longobarda nel Modenese. Un ritrovamento che rende Spilamberto un luogo nodale per la storia dell'Emilia-Romagna nell'Alto Medioevo.

Longobardi e Romani
Per tutti i due secoli del loro dominio in Italia i Longobardi, pur con alterna fortuna ed al fine con esito fallimentare, perseguirono ostinatamente, con la guerra e la diplomazia, il tentativo di formare un regno nell'intera penisola, ove erano giunti dalle pianure pannoniche nel 569, determinati a rimanervi in modo definitivo. Fin dall'inizio la conquista della parte orientale della pianura padana a sud del Po e dell'alto Adriatico, la Romania, si rivelò tuttavia impresa assai difficile che riuscì, e pure parzialmente, solo ad Astolfo nel 751 ormai verso la fine del regno. I territori dell'Esarcato e della Pentapoli, con il fondamentale caposaldo di Ravenna capitale dell'Italia bizantina, rappresentavano infatti la chiave per il controllo dell'Adriatico e garantivano l'accesso terrestre a Roma e Napoli, separando nettamente la Langobardia Maior dai ducati meridionali. È quindi naturale che già nei primissimi tempi dell'invasione i Longobardi si fossero spinti per quanto possibile in profondità, nel cuore dell'Emilia-Romagna, conquistando Parma, Reggio e Modena ed attestandosi con piccoli insediamenti di carattere militare sulla linea del Panaro e del Secchia.
Dopo appena vent'anni dovettero tuttavia ritirarsi di fronte alla decisa offensiva bizantina del 590 che riconquistò Modena e Reggio, territori che torneranno definitivamente in mano longobarda solo nel 643 con le campagne militari di Rotari e la battaglia del fiume Scultenna (Panaro), che permisero di fissare nuovamente lungo i due fiumi, per oltre cent'anni, la frontiera dall'Appennino al Po. Il ricco e ben organizzato ager mutinensis, che fino alla seconda metà del VI secolo aveva comunque mantenuto, sia pur con larghe smagliature, la rete del popolamento romano, fu dunque teatro, nel giro di pochi decenni di una grave crisi che trasformò la fisionomia del territorio tardoantico, riducendo drasticamente il numero degli abitati e favorendo la nascita degli insediamenti accentrati.
A tale collasso, che inaugurò un nuovo mondo, non furono certo estranee le disastrose alluvioni, ben documentate dalle fonti scritte e dall'evidenza archeologica, che interessarono, attorno all'anno 589 durante il regno di Autari, un'amplissima zona della Padania.

La necropoli di Spilamberto
In questo difficile contesto, circa tra gli anni 570 e 590, si colloca la vicenda dei primi Longobardi di Spilamberto che possiamo oggi raccontare, almeno in parte, grazie alla scoperta nel 2003 della loro necropoli presso il Panaro. Sulla riva dell'antico Scultenna essi vissero e morirono quindici secoli fa, all'alba del Medioevo. Della piccola colonia di guerrieri con le loro famiglie - certamente non isolata e comandata a sorvegliare un tratto dell'incerta frontiera e forse un guado o un traghetto - non conosciamo le case ma solo il cimitero, una trentina di tombe in nuda terra (appena tre di maschi armati), distinte in gruppi parentali che attestano lo stanziamento di un clan gentilizio (fara) durato non più di una generazione. Soltanto le pratiche funerarie e i reperti delle sepolture alcuni dei quali di altissima qualità e di indubbio valore simbolico, consentono quindi di avere un'idea della loro cultura, della loro vita quotidiana e di intravvedere le relazioni che intrattenevano con le popolazioni romane, di qua e di là dal confine. I guerrieri furono seppelliti in modo assai semplice, con le armi individuali (spada, lancia e scudo) che connotavano nella tradizione germanica l'uomo libero e combattente, accompagnate dai relativi cinturoni, guarniti in ferro e bronzo e da poche altre cose: coltelli, punte di freccia e acciarini.
Ben più ricchi e complessi sono invece i corredi delle numerose tombe femminili, che testimoniano l'assimilazione non recente di costumi e gusti bizantini, ma anche la comunanza culturale con altre nazioni barbariche. Alcuni di essi associano infatti agli oggetti della vita quotidiana (ceramiche da mensa di tradizione pannonica decorate a stampiglia, pettini in osso e coltellini) e rari gioielli tipici del costume longobardo (una fibula a S in bronzo dorato e pietre dure), pezzi ricercati e preziosi, la cui presenza in questo piccolo avamposto potrebbe derivare sia da scambi e doni con le popolazioni d'oltre frontiera, che da prede di recenti saccheggi o dal retaggio familiare. Fra questi materiali "esotici", perlopiù concentrati nelle due sepolture di maggior rango, spiccano i recipienti in bronzo fuso, un cucchiaio in argento con iscrizione augurale, una pesante lucerna in bronzo, una fibula - pendente discoidale di tipo tardoromano in argento dorato con cammeo antico e perle di fiume - un magnifico corno in vetro per bere, proprio della tradizione germanica ed un eccezionale sgabello pieghevole in ferro fucinato coperto di fittissime agemine, oggetto di cui si conservano in tutta Europa ben pochi esemplari d'epoca altomedievale. Il lignaggio di queste donne, e quindi delle loro famiglie, era ulteriormente esaltato dalla deposizione in fosse separate, accanto alle sepolture, dei corpi di tre robusti ponies di razza nordica, forse discendenti dei cavalli che accompagnarono, secoli prima, i Longobardi nella loro prima migrazione dalla Scandinavia alla Germania settentrionale. Tale costume, originato nell'Europa occidentale tra III e V secolo, si diffuse successivamente nei territori ad Est del Reno fra le popolazioni dei Franchi orientali, Alemanni, Longobardi e Turingi.
Per la sua integrità e per la varietà culturale dei reperti, la necropoli sul Panaro costituisce senz'altro la testimonianza più consistente e rappresentativa del primo insediamento longobardo nel Modenese; un ritrovamento che fa di Spilamberto un luogo nodale per la storia dell'inquieta frontiera fra Langobardia e Romania.

La mostra
Al fine di far conoscere l'importanza della scoperta - che ormai già conta qualche anno ma della quale è appena iniziato lo studio - il Comune di Spilamberto e la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna, con la collaborazione scientifica della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, hanno pertanto realizzato una mostra che certo non esaurisce il potenziale informativo del ritrovamento. Con la ricomposizione delle sepolture più significative ed una larga selezione di reperti, corredate da un ampio apparato didascalico reso più suggestivo dalla grafica ricostruttiva, si è scelto di proporre ipotesi e temi di riflessione per successivi approfondimenti, che andranno condotti nell'ambito della ricostruzione della storia altomedievale del modenese e dell'Emilia-Romagna.

Spazio Eventi L. Famigli - Viale Rimembranze, 19

Ingresso gratuito

Orari di apertura e visite guidate

venerdì 18.30 - 22
(visite guidate a pagamento ore 20 e 21. Durata della visita 45'. Adulti € 5 - gratuita per under 18 e over 65)

sabato e domenica, festivi e prefestivi 10 - 12.30/15 - 18.30
(visite guidate a pagamento ore 10.30, 11.30, 16.30, 17.30. Durata della visita 45'. Adulti € 5 - gratuita per under 18 e over 65)

24, 31 dicembre, 1 gennaio chiuso

In giorni e orari diversi da quelli di apertura, visite guidate a pagamento
per gruppi min. 10, max 30 persone (Durata della visita 45'. Costo della guida € 80 a cui occorre aggiungere il costo del biglietto Adulti € 5 - gratuita per under 18 e over 65)
Info: AR/S Archeosistemi

 

OFFERTA SPECIALE MOSTRA: Durante tutto il periodo della mostra, potrai effettuare la visita guidata alla mostra e al Museo del Balsamico Tradizionale (con degustazione) a soli € 6,00 anzichè € 9,00 (€ 5,00 mostra + e 4,00 Museo). Approfittane!

Servizi per le scuole - visita la sezione dedicata

Comune di Spilamberto
Ufficio Cultura - tel. 059.789.964
Ufficio Eventi - tel. 059.789.929
info@comune.spilamberto.mo.it

Accoglienza turistica
IAT - Unione Terre di Castelli
tel. 059.781.270
info@turismoterredicastelli.it

Visite guidate e servizi per le scuole
AR/S Archeosistemi
tel. 0522.532.094
fax 0522.533.315
info@archeosistemi.it

Se sei arrivato fino a qui sei una delle tante persone che ogni giorno leggono senza limitazioni le nostre notizie perché offriamo a tutti la possibilità di accesso gratuito.

Questo è possibile anche grazie alle donazioni dei lettori. Sostieni l'informazione di qualità, sostieni Italia Lifestyle!

Scegli il tuo contributo con

Galleria Fotografica

rank: 10399106

Eventi e Spettacoli

San Lupo, a ‘Borgo Vagare’ tante specialità ma anche tanta musica

Questo weekend, il pittoresco centro storico di San Lupo (BN) diventerà il palcoscenico di "Borgo Vagare", una festa che celebra i sapori antichi e le tradizioni territoriali. L'evento, organizzato dalla Pro Loco di San Lupo con il patrocinio del Comune, promette due giorni di degustazioni, musica e...

Notti Aragonesi: Danze e Musiche dal Mondo a Pietradefusi

Notti Aragonesi: Un evento culturale che illumina Pietradefusi con danze e musiche globali Pietradefusi (AV) - Il suggestivo scenario della Torre Aragonese di Pietradefusi ospiterà le "Notti Aragonesi", un evento culturale e musicale che promette di incantare e coinvolgere il pubblico con danze e musiche...

Padova, l'HOLI dei record celebra 10 anni di successi allo Sherwood

L'Holi - il festival dei colori più famoso d'Italia, simbolo di gioia, amore e divertimento genuino, quest'anno celebra ben 10 anni di vita col nuovo tour estivo "10 YEARS ANNIVERSARY". Una decade piena di musica ed emozioni che ha conquistato oltre 900 mila holi lovers in tutta la penisola, registrando...

La tradizionale fiera di Somma Vesuviana rivive dopo 36 anni in Piazza Vittorio Emanuele III

Un evento atteso da oltre tre decenni sta per rianimare il cuore storico di Somma Vesuviana. Domani, 2 Aprile 2024, la Fiera del Martedì dopo Pasqua, una delle più antiche della regione, con ben 724 anni di storia, tornerà a occupare il suo spazio tradizionale in Piazza Vittorio Emanuele III. L'ultimo...

"Artisti Uniti per la Pace" Napoli si illumina con il Cinema e la Musica

Un viaggio artistico e culturale unico prende forma a Napoli con l'inizio della rassegna "Mediterranea | Cinema e musica tra i due mondi", presentata dall'associazione 1506. Questo evento, che si terrà all'Auditorium Santa Luisa di Marillac, mette in luce il potente dialogo tra cinema e musica nel contesto...