Tu sei qui: Eventi e SpettacoliKLIMT nel segno di Hoffmann e della Secessione
Inserito da (admin), venerdì 23 marzo 2012 21:55:18
A un secolo dalla sua clamorosa partecipazione alla Biennale di Venezia (1910), Gustav Klimt torna in laguna come protagonista di una straordinaria esposizione, che si tiene nelle sale del Museo Correr. Felice occasione per festeggiare il 150° dalla sua nascita (1862-2012), l'esposizione è frutto di una coproduzione tra la Fondazione Musei Civici di Venezia e il Museo Belvedere di Vienna, in collaborazione con 24 ORE Cultura - Gruppo 24 ORE e Arthemisia Group. La curatela scientifica è di Alfred Weidinger, uno dei massimi esperti dell'artista austriaco.
Klimt nel segno di Hoffmann e della Secessione, questo il titolo della rassegna veneziana, presenta grazie ad un ciclo eccezionale di dipinti, a rari e preziosi disegni, mobili e raffi nati gioielli, ma anche elaborate ricostruzioni e interessanti documenti storici, la genesi e l'evoluzione, in ambito architettonico e pittorico, dell'opera di Klimt e di quanti con lui diedero vita alla Secessione viennese, istanza di quel modernismo europeo che ebbe tra i suoi protagonisti di spicco personaggi come George Minne, Jan Toorop, Fernand Khnopff, Koloman Moser, e soprattutto l'amico di tante avventure intellettuali e progettuali, Josef Hoffmann.
La prima sezione è dedicata agli esordi della Secessione, di cui faceva parte anche il fratello di Klimt, Ernst, presente con le sue opere così come Franz Matsch. La seconda sezione è un'autentica messa in visione di una serie di importanti apparati, tra cui foto, documenti e biografie.
Nella terza e quarta sezione vengono messi in luce due aspetti dell'arte secessionista: la figura e il paesaggio. Vi si trovano opere quali La Medusa di von Stuck e Lady davanti al camino di Klimt.
Proprio la collaborazione con Josef Hoffmann, architetto e interior designer, che Klimt conosce mentre a Vienna stavano sbocciando i primi germogli della Sacra Primavera, è uno dei temi centrali della rassegna (sezione 5 e 8), che vuole mostrare come in breve tempo questi due straordinari personaggi, l'artista e l'architetto, fossero capaci di condividere incarichi, clienti, amici ma soprattutto la spasmodica tensione verso il Gesamtkunstwerk, l'opera d'arte totale, che nel Fregio di Beethoven (1901-1902) e nelle decorazioni di Palazzo Stoclet a Bruxelles ha trovato uno dei punti più alti della sua utopica realizzazione.
Nel 1902 la Secessione decide di fare una mostra in cui la scultura di Max Klinger di Beethoven sia il leitmotiv. La direzione artistica è affidata a Hoffmann il quale crea tre grandi sale: in una di queste Klimt dipinge su tre pareti il Fregio di Beethoven.
Altri artisti, tra cui Toorop, Stöhr, Khnopff, parteciparono all'esposizione e anche essi sono presenti nella quinta sezione: "Beetohvenausstellung o L'utopia della Gesamtkunstwerke: l'architetto e il pittore". "Palais Stoclet 1905-1911" è il titolo dell'ottava sezione, interamente dedicata al lavoro che Hoffmann e Klimt intrapresero per il banchiere Adolf Stoclet.
La mostra racconta quindi anche la fertile liaison di questi Pionieri del Moderno, per i quali architettura, pittura e arti applicate si mescolarono fi no a diventare arti tra loro inscindibili, dando vita a più di un movimento e più di uno stile, come dimostra la settima sezione: "Kurvilinear o Stilemi curvilinei. Tra simbolismo e secessione".
Nelle sale del Correr, accanto ai cicli sopra ricordati, saranno riunite insieme la Giuditta I (1901) e l'opera Salomè, Giuditta II (1909), acquistata alla Biennale del 1910 per la Galleria Internazionale d'Arte Moderna di Ca' Pesaro, presenti entrambe nella sesta sezione "Il trionfo dell'oro".
«Un grande ritorno per un grande inizio della nostra Fondazione, che proprio nel progetto dedicato a Klimt vede non solo realizzarsi l'opportunità di una importante collaborazione internazionale, ma anche la restituzione "culturale" di una presenza, come quella di Klimt, che fu determinante per lo sviluppo delle arti in Italia nei primi due decenni del secolo scorso» dichiara il direttore della Fondazione Musei Civici di Venezia Gabriella Belli.
A testimonianza di quanto fosse forte l'influenza di Klimt sulla cultura figurativa italiana dell'epoca, verranno esposti nelle sale di Ca' Pesaro (31 marzo-8 luglio), come completamento e corredo della mostra al Correr, due grandi cicli decorativi che bene raccontano di questa visionaria affinità elettiva: Le mille e una notte di Vittorio Zecchin e La Primavera di Galileo Chini, di altrettanta straordinaria bellezza, concessa in prestito dalla Galleria Nazionale d'arte Moderna di Roma.
Il catalogo è pubblicato da
24 ORE Cultura
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