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Eventi e Spettacoli

Potere e Pathos. Bronzi del Mondo Ellenistico

Palazzo Strozzi

Inserito da (admin), sabato 7 marzo 2015 14:55:43

Dal 14 marzo al 21 giugno 2015 Palazzo Strozzi a Firenze è la prima sede della grande mostra Potere e pathos. Bronzi del mondo ellenistico concepita e realizzata in collaborazione con il J. Paul Getty Museum di Los Angeles, la National Gallery of Art di Washington e la Soprintendenza Archeologica della Toscana. Dopo la tappa fiorentina l'esposizione si sposterà al J. Paul Getty Museum di Los Angeles dal 28 luglio al 1° novembre 2015 per poi concludersi alla National Gallery of Art di Washington DC, dal 6 dicembre 2015 al 20 marzo 2016.

 

Queste importanti collaborazioni confermano la reputazione di eccellenza a livello internazionale di Palazzo Strozzi. La rassegna vede infatti riuniti, per la prima volta a Firenze, alcuni tra i maggiori capolavori del mondo antico, provenienti dai più importanti musei archeologici italiani e internazionali come il Museo Archeologico Nazionale di Firenze, il Museo Nacional del Prado di Madrid, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il British Museum di Londra, il Metropolitan Museum of Art di New York, la Galleria degli Uffizi di Firenze, il Museo Archeologico Nazionale di Atene, il Museo Archeologico di Herakleion (Creta), il Kunsthistorisches Museum di Vienna, il Museo Archeologico di Salonicco, il Musée du Louvre di Parigi, i Musei Vaticani.

 

Attraverso 50 capolavori in bronzo, Potere e pathos racconta gli straordinari sviluppi artistici dell'età ellenistica (IV-I secolo a.C.), periodo in cui, in tutto il bacino del Mediterraneo e oltre, si affermarono nuove forme espressive che, insieme a un grande sviluppo delle tecniche, rappresentano la prima forma di globalizzazione di linguaggi artistici del mondo allora conosciuto. In un clima di cosmopolitismo, l'arte si internazionalizzava. Il titolo unisce l'immagine eroica del potere del principe con la capacità che hanno le opere ellenistiche di suscitare, con la loro potenza drammatica, intensa emozione affettiva e commozione estetica. Lo sterminato impero fondato da Alessandro il Macedone, detto Magno per le sue grandiose imprese, si estendeva dalla Grecia e dai confini dell'Etiopia all'Indo e comprendeva la Mesopotamia, la Persia, l'Egitto. La straordinaria produzione artistica, letteraria e filosofica ebbe così un vastissimo bacino di circolazione. Progetto di Alessandro era quello di fondere elementi della cultura greca con quella orientale, ma il mondo greco si era basato essenzialmente sul concetto di polis, la città-stato, mentre - non più rivolta alla città e ai cittadini - l'arte si rivolse alle corti. Scopo degli artisti divenne celebrare il monarca e le sue imprese, attraverso la ricerca del fasto e della grandiosità, cui l'arte greca aveva invece rinunciato.

 

Secondo Plinio il Vecchio il bronzo corinzio era considerato più prezioso dell'argento e di valore quasi paragonabile all'oro. Le opere in bronzo sono oggi rarissime e i bronzi antichi in gran parte perduti perché fusi nei secoli al fine di ottenere metallo da utilizzare tra l'altro per monete o armi. Il bronzo appena fuso era tanto fulgido da essere simile all'oro; la colorazione tendente al verde che le opere hanno assunto è differente, ma ugualmente lucente e forse ancor più affascinante. Unica e irripetibile, questa mostra, anche perché offre la possibilità di vedere affiancati l'Apoxyomenos di Vienna in bronzo e la versione in marmo degli Uffizi utilizzata per il suo restauro; i due Apollo-Kouroi, arcaistici conservati al Louvre e a Pompei. Benché spesso confrontate su carta, finora nessuna delle coppie era mai stata esposta fianco a fianco.

 

La maggior parte dei bronzi che sono vanto di musei e collezioni private ha provenienza marittima e non terrestre. Importanti tra l'altro i ritrovamenti della Figura virile rinvenuta nel 1992 nel mare presso Brindisi e della Testa di uomo con la kausia, ritrovata nel 1997 nel mar Egeo, al largo dell'isola di Calimno. Il reperimento della testa di Apollo emersa nel mare presso Salerno nel dicembre del 1930, è descritto poeticamente da Ungaretti: «È già quasi notte e in fila tornano al porto i pescatori d'alici. Raccogliendo le reti, una sera a una maglia restò presa [...] una testa d'Apollo. Fu allora alzata in palmo d'una mano rugosa e, tornata a dare vita alla luce sanguinando per le vampe del tramonto - al punto del collo dove la recisero - a quel pescatore parve il Battista. L'ho veduta al Museo di Salerno e sarà prassitelica o ellenistica [...] ha nel suo sorriso indulgente e fremente, non so quale canto di giovinezza risuscitata!».

 

Lo scultore ellenistico si propone di riprodurre tutti i diversi sentimenti non controllati: rabbia, passione, allegria, angoscia, in contrasto con lo scultore del periodo classico che aveva cercato equilibrio e serenità. Caratteristica è l'enfatizzazione del pathos, cioè dell'espressività delle figure rappresentate, presente anche nei ritratti dei potenti emersi sulla scia di Alessandro Magno: ritratti volti a legittimarne il potere e i legami dinastici, grazie a una combinazione di tratti individuali

 

caratterizzati da lineamenti insieme drammatici e idealizzati. L'Apoxyomenos, ad esempio, rappresenta l'atleta che si deterge dal sudore alla fine di una gara, con un apposito attrezzo metallico ricurvo, lo strìgile. L'attenzione dell'artista non si concentra più, come nel periodo classico, sull'atteggiamento ideale più significativo, bloccando l'azione nel momento decisivo, ma cerca di cogliere la vita nel suo divenire, in un momento qualsiasi, spesso quello meno atteso.

 

Curata da Jens Daehner e Kenneth Lapatin, del J. Paul Getty Museum di Los Angeles, la mostra offre una panoramica del mondo ellenistico attraverso il contesto storico, geografico e politico. Statue monumentali di divinità, atleti ed eroi sono affiancate a ritratti di personaggi storici e a sculture di marmo e di pietra, in un percorso che conduce il visitatore alla scoperta delle affascinanti storie dei ritrovamenti di questi capolavori, la maggior parte dei quali avvenuti in mare (Mediterraneo, Mar Nero), oppure attraverso scavi archeologici, che pongono i reperti in relazione ad antichi contesti. Dai santuari, dove venivano utilizzati come "voti", agli spazi pubblici, dove commemoravano persone ed eventi, alle case, dove fungevano da elementi decorativi, ai cimiteri, dove rappresentavano simboli funerari. La particolarità della mostra di Palazzo Strozzi è quella di contestualizzare le opere investigando e esplorando anche il processo di produzione, di fusione e le tecniche di finitura.

 

LA MOSTRA

Divisa in sette sezioni tematiche, la rassegna si apre con la grande statua del cosiddetto Arringatore, già facente parte della raccolta di Cosimo I de' Medici, a indicare il collezionismo di cui erano oggetto le opere ellenistiche già nel Rinascimento e con la Base di statua con firma di Lisippo, rinvenuta nel 1901 nell'antica Corinto.

Prosegue poi con una suggestiva panoramica sui Ritratti del potere che propone le effigi dei personaggi influenti dell'epoca, come un nuovo genere artistico che nasce con Alessandro Magno. Ne sono esempi straordinari la figura di Alessandro Magno a cavallo e la Testa-ritratto di Arsinoe III Philopator, quella di un diàdoco (appellativo riservato inizialmente ai generali di Alessandro) e di un probabile Generale.

Una particolare attenzione viene riservata alla terza sezione intitolata Corpi ideali, corpi estremi che esplora le innovazioni stilistiche del linguaggio artistico attraverso lo sviluppo di nuovi soggetti e generi tratti dalla vita quotidiana, insieme alla capacità di cogliere il dinamismo del corpo nella diversità di movimenti e posizioni. Ne sono esempio la Statuetta di un artigiano o l'Eros dormiente, entrambi del Metropolitan Museum of Art di New York.

Si prosegue poi con la quarta sezione intitolata Realismo ed espressività centrata sui ritratti individuali, sull'uso di intarsi e colore per ottenere un aspetto naturalistico e sulla sottolineatura del pathos e di altre forme di caratterizzazione, che traspaiono nell'immagine di Giovane aristocratico e di numerose altre Teste-ritratto maschili.

La quinta sezione, già partendo dal titolo, Repliche e mimèsi, vuole dare l'idea della capacità del bronzo di creare multipli "originali" presentando riproduzioni di opere ellenistiche in periodi successivi e l'imitazione del bronzo nella pietra scura e la diversa conservazione dei bronzi rinvenuti in mare da quelli trovati nel suolo.

La sesta sezione, Divinità affronta un tema importante e propone opere di straordinaria bellezza, tra cui la Minerva di Arezzo, il Medaglione con il busto di Atena e la Testa di Afrodite.

Infine con la settima sezione, Stili del passato, si vuole riscoprire un nuovo interesse per i modelli arcaici e classici insieme alla mescolanza di stili tardo ellenistici. Tra gli esempi più significativi il cosiddetto Idolino di Pesaro, l'Apollo del Musée du Louvre di Parigi.

L'allestimento della mostra è realizzato all'architetto fiorentino Luigi Cupellini con un approccio che dialoga armoniosamente con l'architettura di Palazzo Strozzi, espressione del Rinascimento più esemplare. Si è subito accolti da splendidi e possenti corpi maschili già nell'ascensore, vera e propria "scatola nera della bellezza", che prepara alle straordinarie statue esposte in mostra. L'allestimento gioca sul colore della pietra serena, riproposto nei pannelli che rivestono le pareti. Per gli apparati didascalici è stato utilizzato un carattere che richiama quello delle lapidi del mondo antico.

 

La mostra è promossa e organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi, il J. Paul Getty Museum di Los Angeles, la National Gallery of Art di Washington con la collaborazione della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, con il sostegno del Comune di Firenze, la Camera di Commercio di Firenze, l'Associazione Partners Palazzo Strozzi, la Regione Toscana. Con il contributo dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze.

 

Dal 20 marzo al 21 giugno 2015 il Museo Archeologico Nazionale di Firenze ospita la mostra Piccoli grandi bronzi. Capolavori greci, etruschi e romani (curata da Andrea Pessina, Mario Iozzo, Giuseppina Carlotta Cianferoni) che presenta parte della straordinaria collezione di statuette bronzee raccolte nel corso di circa tre secoli dalle dinastie medicea e lorenese. Attraverso 171 reperti il visitatore viene condotto in un affascinante percorso artistico che rende l'esposizione una fondamentale integrazione della mostra di Palazzo Strozzi Potere e pathos. Bronzi del mondo ellenistico.

 

 

 

Ufficio stampa
Antonella Fiori: T. + 39 347 2526982 a.fiori@antonellafiori.it

 

Fondazione Palazzo Strozzi
Lavinia Rinaldi
+39 055 3917122 l.rinaldi@palazzostrozzi.org

 

Brunswick Arts
Rosanna Wollenberg
+1 917 975 8350 rwollenberg@brunswickgroup.com

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