Tu sei qui: Eventi e SpettacoliPretiosa vitrea
Inserito da (admin), mercoledì 15 novembre 2017 11:59:57
La mostra, che nel titolo si ispira ad un passo del Satyricon di Petronio, si propone di offrire all'attenzione del pubblico e degli studiosi una panoramica sul patrimonio vitreo antico conservato nei principali musei archeologici e in alcune importanti collezioni private della Toscana.
La qualità delle opere vitree databili dall'Egitto dinastico alla tarda età imperiale possedute dai musei archeologici toscani non ha nulla da invidiare ai reperti conservati nelle più celebri raccolte pubbliche italiane e internazionali: eppure, sia per la difficoltà di esporre i vetri nei percorsi museali, sia per le oggettive difficoltà legate ad una corretta conservazione di materiali così fragili, difficilmente il visitatore ha una chiara percezione di questa eccellenza.
Attraverso ben 325 vasi e frammenti in vetro, di cui 12 faraonici, 11 etruschi 73 greci e 218 romani di varia epoca e provenienza, e lungo un percorso che si sviluppa in 19 vetrine, sarà offerta ai visitatori la possibilità di conoscere e apprezzare un patrimonio dell'arte antica ad oggi pressoché ignoto, nonostante l'assoluta eccellenza delle opere in mostra e il fascino delle loro infinite forme, dei colori variegati, del luccichio dei loro riflessi dorati.
In questa "riscoperta" del vetro antico in Toscana, accanto ai reperti conservati nei musei pubblici, un ruolo di primo piano spetta anche a quelli provenienti da raccolte private, come la Collezione del Museo del Vetro e della Bottiglia del Castello Banfi a Montalcino, che, sia per qualità delle opere possedute che per il loro numero, sono da annoverare fra le maggiori nel loro genere a livello internazionale.
L'esposizione prende avvio dall'Egitto faraonico con una selezione di intarsi, collane e unguentari vitrei delle collezioni del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, databili dal II millennio a.C. in poi, che consentono di ripercorrere le fasi più antiche della lavorazione di un materiale che non mancò di affascinare ben presto le altre culture del Mediterraneo antico.
Sarà proprio l'Etruria, prima fra le culture dell'Italia antica, a recepire, sin dall'VIII secolo a.C., il fascino di un materiale nato in Oriente. Fusuerole e fusi in vetro su nucleo friabile, tecnica antichissima, insieme a contenitori per oli profumati, provenienti dalle tombe di Marsiliana, Vetulonia e Tuscania, illustreranno la fortuna del vetro nella cultura dei principi etruschi, per i quali divenne prezioso simbolo di appartenenza ad uno status sociale elitario.
La ricchezza dei corredi rinvenuti in Etruria consente di seguire nel dettaglio l'evoluzione delle tecniche di lavorazione del vetro nei secoli successivi. Le importazioni dal Mediterraneo orientale, infatti, sono una presenza costante nei corredi più ricchi del mondo etrusco dal VI sino al III secolo a.C. e grazie ad opere conservate nel Museo Archeologico fiorentino, ma provenienti dai corredi funerari delle più diverse località dell'Etruria interna e costiera, la mostra offre una panoramica estremamente completa ed esaustiva delle più preziose produzioni siro-palestinesi dell'epoca, note anche in numerosi relitti, come quello del Pozzino a Populonia.
Ai nuclei di materiali da Empoli, Luni, Volterra, dalla Siria, da Cipro e dall'Iraq, si aggiungono reperti da contesti come quello delle navi pisane, che offrono un colpo d'occhio spettacolare sulle mille varietà dell'arte del vetro nel mondo romano. Vetri soffiati liberamente o a matrice, coppe a reticelli, nastri, millefiori, bicchieri intagliati a favo d'ape e persino un raro esempio di vetro cammeo, come quello da Torrita di Siena, testimonieranno al visitatore - nel modo più eloquente - quella che è stata la stagione più creativa e innovativa dell'arte vetraria del mondo antico.
Il nucleo dei reperti del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, tra quali molti piccoli e preziosi capolavori appartenevano alle collezioni Mediceo-Lorenesi, costituisce poi lo scheletro di un percorso espositivo incentrato sull'illustrazione dei procedimenti tecnici di realizzazione e sul ruolo egemonico che il vetro assunse in età romana persino nei confronti della ceramica.
La tarda antichità vide l'affermarsi di tecniche decorative sempre più fastose che affidavano al pregio del materiale utilizzato, come l'oro delle crisografie, o ai procedimenti virtuosistici di esecuzione, come l'incisione, il loro valore pecuniario spesso assai elevato.
La mostra "Pretiosa vitrea", prima nel suo genere realizzata in Toscana e curata da un gruppo di lavoro che annovera esperti di riconosciuta fama nei diversi settori di competenza, si caratterizza come un'iniziativa di assoluta originalità nel panorama espositivo fiorentino, proponendosi, al contempo, come punto di avvio per una più adeguata valorizzazione del patrimonio vetrario antico nel sistema museale della regione.
Enti prestatori:
Museo Archeologico Nazionale, Firenze
Cantiere delle Navi Antiche, Pisa
Collezioni egittologiche dell'Università degli Studi di Pisa
Gallerie degli Uffizi, Tesoro dei Granduchi (Palazzo Pitti), Firenze
Museo Archeologico del territorio di Populonia, Piombino (Livorno)
Museo Archeologico di Artimino "Francesco Nicosia", Prato
Museo Archeologico Nazionale "Gaio Cilnio Mecenate", Arezzo
Museo Archeologico Nazionale di Cosa, Orbetello (Grosseto)
Museo Civico Archeologico di Fiesole (Firenze)
Museo Civico Archeologico di Larciano, Pistoia
Museo Civico Archeologico di San Vincenzino, Livorno
Museo del Vetro di Empoli (Firenze)
Museo del Vetro e della Bottiglia, Castello Banfi, Montalcino (Siena)
Museo di Villa Guinigi, Lucca
Museo Etrusco "Mario Guarnacci", Volterra (Pisa)
Museo Horne, Firenze
Museo Nazionale del Bargello, Firenze
Catalogo: 5 Continents Editions - Milano
a cura di G. De Tommaso (UniFirenze) e F. Paolucci (Gallerie degli Uffizi)
Accanto alle fotografie tecniche, realizzate dall'Archivio Fotografico del Museo Archeologico di Firenze, il catalogo è impreziosito da foto artistiche scattate dal maestro Angelo Garoglio, che ha lavorato con fantasia e arte fotografica sfruttanto riflessi e luccichii dei vetri antichi del Museo Archeologico fiorentino.
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