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Inserito da Francesco Miano (admin), lunedì 12 settembre 2011 15:38:43
Nell'incantevole Val Venosta altoatesina, ai piedi del monte Jenn e non lontano dal passo di Resia, sorge il piccolo centro di Lasa (Laas, in tedesco), in provincia di Bolzano.
Il massiccio che sovrasta il paese è, ed è stato, anche il suo principale motore di sviluppo: dal versante sud, infatti, viene estratta una qualità di marmo di rinomata robustezza e purezza, poi trasportata a valle e lavorata ai fini dell'utilizzo nel settore edile e dell'arte scultorea.
Sin dalla metà del XIX secolo, dunque, il nome di Lasa è noto proprio per l'estrazione e la lavorazione del suo marmo; e lo è anche fuori dai confini italiani, come testimoniato dai tanti monumenti ed opere realizzati con tale materiale, che si trovano nelle capitali europee (ricordiamo la fontana della Pallade Atena posta dinanzi all'edificio del parlamento di Vienna e il monumento dedicato alla Regina Vittoria davanti a Buckingham Palace a Londra).
Esiste, dunque, un forte e antico legame tra Lasa e la roccia marmorea; e non è casuale che proprio il marmo sia stato adoperato per abbellire la piazza centrale e per pavimentare i marciapiedi del paese.
Il toponimo è di origine piuttosto incerta: per alcuni andrebbe ricondotto all'epoca pre-romanica e collegato a un termine col quale si designava in passato il materiale ghiaioso del luogo; per altri, invece, deriverebbe da un lago, ora scomparso, formato dal fiume Adige (da lacus a laz e a las).
I siti d'interesse storico e artistico si identificano con le pregevoli chiese del paese:
- la Chiesa Parrocchiale di San Giovanni, all'interno della quale, nel corso dei restauri degli anni Settanta del Novecento, è stata rinvenuta l'abside di una precedente chiesa risalente ai primi decenni del secolo XIII, un vero e proprio gioiello realizzato interamente in candido marmo locale. Il rinvenimento in questo stesso sito di altri antichi manufatti marmorei, tra cui una testa lavorata datata addirittura V/VI secolo, fa comprendere che l'intero sito era consacrato al culto già in epoca paleocristiana.
- la Chiesa di San Marco, in stile romanico, sorse certamente prima della Chiesa di San Giovanni, ossia attorno al 1150; si tratta di un edificio che appare piuttosto semplice e povero: pianta rettangolare, altare semicircolare, muratura rustica con pietre spaccate.
- la Chiesa di San Martino che domina il paese, essendo posizionata su una piccola collina morenica. La piccola Chiesa è di epoca medievale, ma ritrovamenti archeologici di epoca romanica fanno ipotizzare che sotto di essa vi sia una costruzione più antica.
- la Chiesa di San Sisinio, una tra le gemme più preziose della Val Venosta per il perfetto connubio tra natura e cultura: si tratta, infatti, di una chiesa antica dalla edilizia semplice e tozza, ma poggiata su di una suggestiva collina in cui scarseggia la vegetazione e abbondano le nude rocce. Il vescovo Giovanni di Chur che la ispezionò nel 1638, così la descrisse: "Lei è tra le piccole (cappelle) la più grande".
- la Chiesa di San Nicolò, una costruzione tardo gotica, risalente al 1500 circa. La facciata dell'edificio che dà sulla strada, è ornata da un bell'affresco di San Cristoforo, il patrono dei viaggiatori. Con la riforma di Giuseppe II nel 1786, la chiesa venne destituita dalla funzione religiosa e sconsacrata. Dopo anni di abbandono nell'incuria, il restauro del 1984 ne ha fatto un luogo ideale per eventi culturali.
- La Chiesa di Maria Lourdes, la più recente del paese. In origine si trattava di una semplice cappella fatta erigere nel 1885 in memoria di un decesso avvenuto sulla strada. Fu per l'impegno dei devoti della Madonna di Lourdes che in quello stesso luogo fu poi costruita una chiesa in stile neo-romanico con un campanile a base circolare. Alla edificazione del tempio seguirono periodiche ristrutturazioni e miglioramenti.
- i resti di un acquedotto in pietra sopraelevato che attraversava la città, andato distrutto nel 1907.
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